Dedalus
- 29/10/2021 23:03:00
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Bella lirica in cui, nonostante quel velo sottile di malinconia, le descrizioni sono superlative e ricche di simboli e metafore che si collegano a scene di vita agreste in maniera mirabile. Per la poetessa la scrittura è uno strumento terapeutico, deve scrivere, ed ancora scrivere, per alleviare quello status di malinconia e dinquietudine in cui giace, e lei scrive altalenandosi tra istanti di festa ed altri di color grigio piombo "E poi viene il tempo in cui la vita/indossa il vestito nuovo/.../E tu sorridi al primo raggio di sole/e scordi i filari acerbi" per poi lasciar cadere quella momentanea tregua nella strofa finale "Ma ahimè il tempo è breve di miraggi e lusinghe/.../Un ghigno strano riempie il buio/e come in sogno grida linganno della vita".
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